Lo zafferano è l'oro di Enna, l'appello: ma in Sicilia servono altri produttori
VALGUARNERA. LA provincia ennese prova a rialzare la testa. Dopo il fallimento del minerario e del tessile, gli imprenditori scommettono sull’agricoltura. Tra i prodotti della terra più coltivati c’è «L’oro rosso di Sicilia», lo zafferano ennese, da cui prende il nome una delle aziende che lo produce. E un’altra impresa sta nascendo proprio in questi giorni per iniziativa di un giovane valguarnerese che ha lasciato un posto sicuro al Nord Italia per venire a puntare tutto sullo «zafferano di Sicilia».
La nota spezia infatti, usata sin dall’antichità per dare sapore a molte pietanza, sembra racchiudere in sé anche proprietà terapeutiche, che secondo alcuni scienziati sarebbero rivelati efficaci nella lotta contro varie malattie cerebrali tra le quali il morbo di Alzheimer.
Non solo, ma per le sue peculiarità, pare inoltre essere un antitumorale per eccellenza, ricchissimo di vitamina C, mille volte in più della carota, oltre a essere in grado di combattere i radicali liberi e di essere un ottimo antidepressivo. Non ultimo, avrebbe pure poteri afrodisiaci.
Purtroppo non sono ancora grossi i quantitativi che si producono in Sicilia. Tra le aziende leader c’è «L’Oro Rosso di Sicilia» costituita nel 2007 in cooperativa e composta oggi da 11 giovani imprenditori agricoli di Enna, Barrafranca, Calascibetta e Valguarnera, sotto la guida del presidente Nino D’Angelo.
Ogni socio in pratica possiede una sua azienda che produce zafferano che fa confluire alla fine del ciclo nel consorzio per essere commercializzato. Gli utili poi vengono divisi in base a quanto prodotto da ciascuno. Non molti a dire il vero, per il fatto che le tecniche di produzione sono particolari e le quantità prodotte scarse.
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